CAMERLENGO

Vulture - Basilicata

 

“Il mio caro amico Ian D’Agata dice sempre – Antonio! Chablis è Chablis, Aglianico è Aglianico, Camerlengo… è Camerlengo!! – questo è!”
Ci troviamo a Rapolla, un paesino nella parte interna della Basilicata, a 400 metri sopra il livello del mare.

Il paese è suggestivo, arroccato su di una collina che culmina con una fortezza medievale. Gli insediamenti nella zona risalgono al neolitico di cui resta il famoso sito archeologico di Toppo d’Avuzzo. Salendo la strada principale di Rapolla si vedono ovunque porte incardinate nella roccia, sono le porte delle cantine. Antonio conserva il ricordo d’infanzia: “durante le vendemmie, ogni porta era un ribollio di tini”.

Siamo ai piedi del Vulture una montagna di origine vulcanica che arriva a 1300 metri di altitudine e che regola il clima della zona. La campagna attorno a Rapolla è cosparsa di due colture: la vite e l’olivo. Antonio Cascarano è stato in passato un rinomato architetto della Caput Mundi ma dopo anni di lavoro ha deciso di ritirarsi nella sua campagna natale riprendo le terre e la cantina del nonno.

I 4 ha di vigneto da lui piantati sono suddivisi tra: vigna vecchia, 25 anni, su terreni vulcanici e la vigna giovane, 12 anni, su terreni argillo calcarei. Come diceva il nonno Falaguerra Giovanni, uva nera in terra nera ed uva bianca in terra bianca, così anche Antonio pianto la prevalenza del suo aglianico su terreni neri vulcanici e i suoi bianchi sulle sponde calcaree della vigna del Toppo.

La cantina di Antonio è il suo regno, una caverna scavata nella roccia, dove ha i propri tini di castagno e le botti di acciaio.

Antonio produce vini da tavola, declassificando le uve, sostiene che i suoi vini sono quelli tradizionali del posto, quelli veri, sinceri, di beva e veraci!
La produzione annuale è di circa 15'000 bottiglie.

 

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