Marsannay e i 14 Premier Cru

Marsannay

Marsannay è la porta d’oro settentrionale della Cote de Nuits; uscendo da Digione in direzione sud alla nostra destra si inizia a ergere quella lunga collina che ogni anno vede il pellegrinaggio di milioni di appassionati bevitori di vino. Si perché la Borgogna, la Cote d’Or ed il Pinot Noir, sono una vera e propria Mecca per i figli di Dioniso.

Marsannay è la prima giovane AOC che incontriamo in Cote de Nuits, comprende tre comuni: Chenove, Marsannay-la-Cote e Couchey.

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E’ proprio a Chenove che parte il nostro percorso di scoperta visitando il Pressoir des Ducs de Bourgogne datato 1228. Ora la domanda nasce spontanea, come mai i Duchi di Borgogna, si sarebbero dovuti scomodare fino a Marsannay per costruire questo enorme torchio? La risposta è a pochi metri: un fianco di terra vitata che sale dai 268 fino ai 320 mslm, è il Clos du Roy, uno dei climat o lieux dit per eccellenza di questa AOC, la cui terra bruna argillosa è costellata di pepite di calcare, questo ci spinge nuovamente pensare:”Come mai in una AOC recente del 1985, è presente, a pochi metri da un lieux dits che non ha diritto ad altro che a menzione sotto il Village, un torchio di questo tipo?”

Marsannay conosce fin dall’ottavo secolo un riconoscimento come terroir vocato alla viticoltura, segue il Pressoir des Ducs de Bourgogne del 1228, e ancora nel quindicesimo secolo l’affermazione del vescovo di Digione che, dopo la sua volontà di accaparrarsi parte della vendemmia, dice “è veramente un buon vino”.

vigna bio 1

E poi? Perché Marsannay finisce nel dimenticatoio? Qual è stata la causa scatenante di questa situazione attuale?

Dobbiamo ritornare al secolo XIX, in cui Marsannay, era all’epoca parte della scomparsa menzione Cote Dijonnaise (ndr che insieme alla Cote de Nuits e Cote de Beaune componevano la Cote d’Or), si è trovata a produrre vino da consumo quotidiano per la città di Digione. La birra d’altronde non era ancora una bevanda diffusa e la città, sempre più in espansione, aveva bisogno di vino, vino da bere tutti i giorni, così Marsannay rispose alla chiamata. Il Gamay prese sempre più spazio nei terreni vitati insieme all’Aligoté. Ma arrivò la fillossera che in quindici lunghi anni, dal 1875 al 1890, distrusse ogni singola pianta di vite di tutta la Borgogna. Questo però non aiutò Marsannay a rivalutare il proprio terroir e ripiantare il pinot noir, anzi la situazione peggiorò ancor più, il Gamay era ancora più diffuso, alla città di Digione in continua espansione serviva vino e mentre in tutta la Cote d’Or c’era la crisi, Marsannay stava facendo grandi affari con il suo pinard (vino da bere), immaginate il vino di Marsannay venduto colato dal pressoir direttamente ai commercianti della città, costava la metà di un vino affinato 3 anni nelle cantine di Gevrey Chambertin, una corsa all’oro che arricchì la borghesia locale a discapito della storia della viticoltura, questo è ancora testimoniato da palazzi borghesi costruiti a Marsannay, li possiamo notare perché sono mediamente più alti, a due anche tre piani, con merletti sul cornicione.

mappa marsannay

E così in un secolo di storia Marsannay deturpò il suo grande passato come uno dei grandi terroir vocati della Cote d’Or. Non essendo poi cambiata la situazione, tra il 1920 ed il 1930, quando l’INAO stava studiando le menzioni delle AOC, a Marsannay non venne neanche riservato il diritto di menzione del village in etichetta, sarebbe tutto stato venduto come Bourgogne. Il percorso per ritornare all’AOC sarebbe stato un lungo purgatorio. In tutto questo però avvenne un fatto assai importante: lui si chiamava Joseph Clair Dau, un dinamico vignaiolo di Marsannay, aveva scoperto che pressando direttamente il pinot noir si otteneva un rosato eccezionale che diventò di moda immediatamente nello stesso periodo a Digione facendo sì che altri vignaioli lo iniziarono a produrre e di conseguenza poco a poco si ricominciò a ripiantare il pinot noir a Marsannay. Ancora oggi si produce del Marsannay rosé, è l’unica AOC che può farlo in Cote d’Or, proprio per le straordinarie qualità di questo vino che in qualche modo fece innescare un ritorno verso la rinascita di questa denominazione, il rosé salvatore!

sylvain in vigna bio

A questo punto la riscoperta non può che cominciare dai dati:

Marsannay conta di circa 300 ha vitati di cui la maggior parte sono a pinot noir, seguiti da Chardonnay ed una piccola parte di Aligoté.

A Marsannay eccezionalmente si producono con menzione di village tre tipologie di vini distinguendosi da tutta la Cote de Nuits: rossi, bianchi e rosati.

I suoli di Marsannay sono particolarmente complessi e sfaccettati; si parla in origine di uno strato in profondità di origine del Massiccio centrale con graniti e rocce metamorfiche coperti da suoli che si sono originati nell’epoca del Jurassico, circa 250 milioni di anni fa, l’antica presenza del mare ha formato negli anni le marne che creano il vero substrato dei vigneti su cui si è successivamente depositato il calcare e le argille. A seguito di movimenti delle piattaforme terrestri si sono create delle scissioni dei terreni a croce facendo emergere a seconda delle zone dei terreni con preponderanze ad argille a zone con terre brune e pietrisco di origine calcarea dell’epoca del Bathoniano, talvolta in percentuale molto importante come è il caso nel lieux dit Clos Du Roi. Non dobbiamo dimenticarci però dei tre avvallamenti chiamati combe che nella zona a nord rinfrescano i microclimi dei lieux dits su cui si affacciano o addirittura ne caratterizzano la zona creando una vera e propria conca con un terremo molto più profondo come nella zona centrale della AOC di Marsannay.

Il clima che gode Marsannay, come tutta la cote d’or d'altronde è principalmente continentale con influenze mediterranee.

I vini di Marsannay hanno un carattere davvero unico nell’espressione del frutto, specialmente nella declinazione dei frutti rossi dalla ciliegia alla prugna, sembre nelle versioni fresche e croccanti, vini che possono essere anche mediamente tannici con grandi potenziali di affinamento. L’acidità unita all’aspetto minerale danno una tensione viva, ai vini, per questo nonostante la vocata qualità del pinot noir in Cote de Nuits a Marsannay trova spazio anche il bianco sia da Chardonnay che il riscoperto e promettente Aligoté.

marsannay bott

Fin qui sembra a noi apparire abbastanza palese che ci siano le condizioni per riconoscere in Marsannay tutte le qualità geologiche, geografiche e organolettiche per essere una AOC ed è proprio per questo che nel 1965 fu decretata la possibilità ai produttori di Marsannay di avvalersi della menzione “Bourgogne de Marsannay” e “Bourgogne rosé de Marsannay”, ma il purgatorio continua, dobbiamo arrivare fino al 1985 perché Marsannay fosse riconosciuta come AOC della Cote de Nuits, una storia che ha davvero incredibile.

Ma non è finita qui, in realtà come ogni purgatorio, la stessa Marsannay ha avuto il tempo ma soprattutto la volontà negli anni di rivalutarsi come grande terroir de la Cote de Nuits, questo ha significato in pratica due grandi cose: i vignaioli iniziarono a coltivare al meglio la vite, cercando di fare un lavoro di qualità e di sostenibilità per il territorio diventando la denominazione con la maggior percentuale di ettari in biologico della Cote d’Or e successivamente, hanno iniziato anche in cantina a trasformare le uve per produrre vini di terroir dal carattere profondo ed incisivo creando dei veri e propri testimoni del terroir che conta 78 lieux dits differenti.

sylvain in cantina

Solo per citarvi alcuni nomi che stanno caratterizzando il rinascimento di Marsannay: Sylvain Pataille, Jean Fournier, Bernard Bouvier, Domaine Bart, Domaine Roty, Bruno Clair, ed altri…

Questi produttori stanno lavorando da anni e con costanza per dare voce ad un terroir che era stato dimenticato per quasi due secoli di storia, principalmente a causa di tutto ciò che abbiamo detto prima…

Gli studiosi capitanati dal geologo Emmanuel Chevigny, da studi effettuati di recente stanno provando all’INAO che la geologia di Marsannay, sia per composizione di terreni che per esposizioni est, sud-est, che per pendenza dal 4 al 14%, che per altitudine 280-330 mslm, sono atti a permettere la promozione di 14 lieux dits di Marsannay a Premier Cru in quanto questa AOC ha tutti i requisiti per definirsi parte eletta della Cote de Nuits e con presenza di lieux dits capaci di dare grandi espressioni di terroir capaci di durare nel tempo.

Mappa lieux dits marsanay

I 14 lieux dits o climats prossimi di promozione sono i seguenti:

  1. Le Clos du Roy(unico climat del comune di Chenove)
  2. Les Longeroies (unendo i tre lieux dits Bas des Longeroies, Dessus des Longeroies e Monchenevoy);
  3. En La Montagne (Comune di Marsannay);
  4. Les Es Chezots(Comune di Marsannay / probabilmente sarà l’evoluzione proposta del già presente lieux dit Les Echezeaux);
  5. La Charme aux Prêtres (Comune di Marsannay probabilmente sarà l’evoluzione proposta del già presente lieux dit Les Rosey);
  6. Les Boivin(Comune di Marsannay);
  7. Les Grasses Têtes (Comune di Marsannay);
  8. Clos du Jeu(Comune di Marsannay);
  9. Les Favières (Comune di Marsannay);
  10. Saint-Jacques, partiellement (Comune di Marsannay);
  11. Au Champ Salomon(Comune di Couchey / eventuale fusione dei due lieux-dits En Clémongeot e Au Champ Salomon);
  12. Aux Genelières (Comune di Couchey / eventuale fusione degli otto lieux-dits En Combereau, En la Malcuite, Aux Grands Bandeaux, Au Ronsoy, Au Champs St-Étienne, Aux Genelières, En Charrière e La Quenicière);
  13. Le Clos(Comune di Couchey);
  14. Champs Perdrix (Comune di Couchey / eventuale fusione dei cinque lieux-dits Au Quartier, La Plantelle, Le Désert, Le Moisereau e Champs-Perdrix).

Marsannay oggi inizia a godere di un grande riconoscimento da parte della critica ma rimane per il momento una AOC con i piedi per terra, con vini a prezzi onesti ma con grande valore intrinseco nei bicchieri, il domani sarà da scoprire. Sicuramente questi vignaioli non hanno avuto vita facile, hanno speso da decenni il loro 110% per fare rinascere l’AOC di Marsannay in tutto il suo splendore, e permettetemi di dire che non è poco considerato che in Cote d’Or si vede ben di peggio, come coltivare senza criterio etico uva da vendere al mercato con prezzi folli per produrre da un qualsiasi negociant vini in maniera sterile e tecnica da vendere a cifre esorbitanti solamente perché godono del cappello dell’AOC, signori prendiamo il bicchiere in mano e assaggiamo, qui si sta facendo la storia.

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a presto Scopritori

 

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